Appunti e notizie sul territorio di Arma e Taggia - Antichi Pittori
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L'arte a Triora
Dal manoscritto esistente nell'Archivio Vescovile di Albenga, intitolato « Vago Giardinello ecc. » ricaviamo:
« Matrice già di
Triora e Ville fu la chiesa al Principe degli Apostoli et al glorioso martire e Vescovo Martiano dedicata, come da scritture antiche è noto, la
quale è posta in amena pianura non molto discosto dal Borgo, et il Choro di essa che verso levante rimira, fu già dipinto con antichissime pitture
del Dio Padre con gli Evangelisti, e sotto di essa era l'infrascritta nota: MCCCLXXIIII tempore... de lavania prepositi Triorie Petrus de Plebe
pinxit hoc opus; quali parole per la varietà dei tempi son diminuite, e da curiosi e particolari ingegni tenutane copia.
« In mezzo del Borgo vedesi eretta la Chiesa dedicata all'Assunzione, che ha più dell'antico che del moderno, come pur anco si scorge
dall'effigie della B. Vergine nel frontispizio della porta maggiore, collocata, e da lungo tempo ivi dipinta, alla cui destra è la figura del
Precursore di Cristo Giovanni Battista et alla sinistra dell'invitto martire Dalmazio, pittura non meno di molta vaghezza che di devotione, che
non ostante l'ingiurie dei tempi ancor hoggi si conserva intatta, sotto le cui immagini si legge il millesimo MCCCCXXX »
Esiste nella chiesa parrocchiale di Triora una bella tavola con fondo dorato, rappresentante il Battesimo di Gesù, dalla quale il Rossi copiò, e
pubblicò sulla Storia d'Albenga, la seguente iscrizione: Joes. de. senis. pinxit. hoc. opus. MCCCCLXXXXVII (pag. 396).
Ma sul giornale Ligustico del 1878, leggesi che il dotto Don Marcello Remondini vi lesse, come realmente v'è scritto in caratteri gotici: Tadeus.
de. Senis. pinxit. hoc. opus. MCCCLXXXXVII.
Si è osservato che l'iscrizione esistente nel quadro di Triora è molto somigliante a quelle che Tadeo Bartoli soleva mettere sui suoi dipinti;
che l'epoca indicala su quell'iscrizione di Triora è molto vicina a quella in cui questo pittore fece dimora a Genova; che esiste molta somiglianza
fra il dipinto di Triora e le pitture che adornano la pareti di San Colombano, le quali dicesi sieno gli avanzi delle tavole lavorate dal Bartoli
per la Chiesa di San Luca in Genova, ed è per tutte queste considerazioni che si potè accertare essere il dipinto di Triora del Taddeo Bartoli da Mino.
Anche questa antica opera d'arte corse già parecchie volte il pericolo di essere venduta.
Negli atti del notaro Antonio Vellis trovasi la seguente nota che si riferisce certo a qualche quadro eseguito dopo il 1557 per la chiesa parrocchiale:
- pro anchona ecclesie - 1557 die 22 iullij. -
Dominus Antonius Oddus acceptantibus domino potestate Iacobo Italiano Passagio et domino preposito Triorie fuit contentus quod ex peccunia assignata
presenti anno ospitali ex recuperanda per eum a Bernardo Musso et Iacobo Capono convertant scuta triginta in fabricando anchonam in ecclesie Sancte
Marie cum beneplacito Iacobi Ittaliani cui eius prestat consensum.
In platea presentibus Quilico Gastardo Antonio Faraldo et Petro Aiano.
Nello stesso manoscritto, riguardo all'Oratorio di San Giovanni Battista leggesi: « ...e le pitture erano di diversi Santi cioè la Cena Domini
e nel fine erano le seguenti note: Augustinus Reibaudus q. Bernardi de Triora pinxit ».
Oggidì questa pittura esiste nella sacristia della chiesa di Sant'Agostino. Dello stesso pittore esiste un quadro rappresentante Sant'Antonio,
nella chiesa Parrocchiale di Monaco (Francia), eseguito nel 1628.
Da un testamento del 1° Settembre 1487 abbiamo notizia d'un legato che ordinava l'esecuzione di una pittura nell'antica Chiesa Parrocchiale dei
Santi Pietro e Marziano ora interamente distrutta e scomparsa:
...eligens sepulturam suam in cimiterio sanctorum petri et marciani ac Sebastiani cui ecclesia reliquit quod heredes sui est aqua benedicta et a
duobis lateribus etiam figuras beatorum petri et martiani et has figuras cum sufficientibus coloribus...
Non sappiamo però se la pittura fosse eseguita ed esistesse in quella chiesa. Dicesi appartenesse alla predetta antica chiesa un quadro che ora si
conserva nello stesso oratorio di S. Giovanni Battista, ed è una copia d'un quadro del Tiziano, rappresentante San Pietro, San Marziano ed altri
santi davanti al Crocifisso intercedenti per le anime del purgatorio, le quali vengono sollevate da un angelo. In questo quadro si legge la firma
dell'autore: «Laurentius Gastaldi pinxit 1683 ».
Questo pregevole pittore nativo di Triora, eseguì parecchie opere che si trovano sparse in alcune chiese.
Il Pitto nellla Storia dei Santuari della Liguria, parlando del Santuario di Loreto esistente vicino a Triora, dice: « Un bel dipinto a
tavola vi si ammira poi, che rappresenta la Sacra famiglia e San Giovanni Battista, pregiata opera del Gastaldi ».
Nell'Oratorio di S. Giovanni Batt. si conserva pure un altro quadro attribuito al Gastaldi. È un quadro eminentemente storico poiché rappresenta
Triora in fiamme attorniata dai nemici, coi vicini paesi di Corte, Andagna, Molini, pure incendiati. V'è rappresentato San Bernardo che intercede
presso la Madonna per la salvezza di tutti gli abitanti.
Questo quadro fu però malamente ristorato da un certo P. Gentili pittore di Andagna, che risiedeva nel convento dei minori di Triora, e del quale
esistono alcuni quadri in alcune chiese dell'alta Valle Argentina, quadri di assai mediocre valore.
Nella chiesa campestre di San Bernardino si ammirano antichi affreschi attribuiti al pittore Giovanni Canavesio, del quale già facemmo cenno.
Rappresentano la Passione di Gesù e furono da molto tempo vandalicamente cancellati e coperti di calce. Pel loro discoprimento molto si adoperò
l'ingegnere Antonio Capponi, il quale molto degnamente rappresenta nella nostra regione, la Commisssione per la Conservazione dei Monumenti antichi
pregevoli per la storia e per l'arte.
In alcuni atti notarili dal 1498 al 1527 trovasi nominato un Petrus Verrandus pintor de Trioria. Benché non si trovi alcun cenno di pitture
da lui eseguite, pur dobbiamo tener conto di questo nome che ci da un indizio dell'esistenza d'un artista triorese fin'ora sconosciuto, il quale
coll'opera sua avrà certamente contribuito a sviluppare in questi paesi il senso dell'arte e l'amore per la pittura.
Anche il pittore genovese Luca Cambiaso ha lavorato a Triora come a Taggia e a Montalto, nell'anno 1547, insieme a suo padre Giovanni Cambiaso.
Gli si attribuiscono alcuni quadri.
Nell'inventario degli oggetti esistenti nella Chiesa di Santa Maria, compilato il 9 gennaio 1520 dal notaro Ant. Gastaldo, per cura di rappresentanti
del comune, leggesi: ...missale unum veterum... missale aliud veterum, librum unum antifonarium non completum.
In un altro inventario simile, di data anteriore leggesi: ...antifonalem unum non completum... item aliud missale monasticum... Quest'ultimo,
in un altro inventario è detto di pergamena. Era forse un memorabile avanzo degli antichi monaci benedettini, che dicesi fossero stabiliti
nel territorio di Triora? In quest'ultimo ventennio era tenuto d'occhio (e volevasi comprare per L. 600) da uno di quei tanti segugi che praticano
ogni angolo di casa nostra, e che per poche ciarle e poca moneta fanno scomparire tutte le più pregevoli opere d'arte e di antichità che sempre
onorano i paesi anche i più rozzi e poveri.
Di quei libri ne esistono tuttora alcuni molto deteriorati e privati delle ricche miniature! Alle rare immagini, ai preziosi e sacri libri che da
secoli adornano le nostre chiese, preferiamo talvolta quell'oro che ai tempi di Gesù fu pur preferito da un Giuda!
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