Campo Marzio (fortificazione degli antichi Liguri), si trova poco più in su nella valle, tra Taggia e Badalucco, è una breve
altura nella più accentuata strozzatura del torrente Argentina, segnalata dai ruderi di un "oppido" (luogo fortificato) preromano
e dalle sue successive fortificazioni romane.
Menzionato in un documento del X secolo, con il nome "Castelum de Campomarcio", potrebbe derivare da antichi trascorsi militari
(il Campo Marzio è stato, in epoca romana, un luogo di battaglie). Altri storici ipotizzano che Campo Marzio (Campo di Marte [Mars in latino] - dio della guerra della mitologia romana), al tempo di Giorgio Ciprio
(lo scrittore bizantino autore del "Descriptio orbis romani"), fosse conosciuto con il nome di "Kastrom Tabia".
Interessante un'altra ipotesi: il nome Campo Marzio potrebbe derivare dal mese dedicato al dio Marte, cioè Marzo, mese in cui
avvenne la battaglia tra i Liguri e il Console Emilio Paolo nel 181 a.C. (vedi più sotto). E quindi: "Campo, Luogo [di battaglia] del mese di Marzo".
Qualcun altro azzarda invece l'ipotesi che si trattasse semplicemente di un autentico "campo marcio", una zona insalubre ed acquitrinosa.
Ma ciò è poco credibile dal momento che la costruzione sorge al culmine di una piccola rupe in cima ad una collinetta. Intorno
è tutto scosceso, l'antica strada romana passava molto più in basso di quella attuale costruita nell'Ottocento, e il torrente
scorre in fondo alla gola, a qualche centinaio di metri. Come poteva essere dunque "zona insalubre ed acquitrinosa"?
La collina su cui sorge Campo Marzio appare interamente fortificata: ancora oggi è possibile scorgere i resti delle imponenti
mura che seguivano il perimetro del colle, mentre alla base e sulla sommità si trovano due torri difensive quadrangolari.
Durante l'Età del Ferro , le tribù Liguri, che popolavano la valle, fortificarono probabilmente il colle di San Giorgio (Campo
Marzio), punto strategico di controllo dell'intera zona, trasformandolo in "castellaro" (1).
Considerate le posizioni di tanti altri castellari presenti sul territorio possiamo affermare con certezza che i castellieri
non sorgevano certo in malsane paludi. Gli antichi Liguri non erano poi tanto stupidi! E Campo Marzio ne è la riprova!
Il medesimo sito divenne poi, in età bizantina (Impero Romano d'Oriente ), un baluardo contro le invasioni barbariche, anche se
servì a ben poco, dato che i Longobardi (al tempo del re Rotari ), anziché scendere da nord attraverso i monti, come tutti
s'aspettavano, arrivarono via terra per la strada consolare della costa, mentre i pirati venivano normalmente dal mare.
Secondo fonti storiche locali, nei pressi di Campo Marzio si è combattuta la battaglia fra le popolazioni dei Liguri contro
l'Esercito Romano al comando del Console Emilio Paolo nel 181 a.C. (sarà il vincitore contro il re Perseo di Macedonia nel 168 a.C. vincendo la battaglia di Pidna).
Tito Livio ci riferisce, nel suo "Ab urbe condita" (libro XL, 25-28, 34), che Paolo Emilio chiese rinforzi al collega Bebio ,
il quale non potè soddisfare la richiesta perché le sue Legioni erano impegnate altrove. Venne fatta quindi la richiesta
direttamente a Roma, dove si approntò una leva straordinaria pari a oltre due Legioni (15000 fanti, più 800 cavalieri). La fanteria
si imbarcò sulle navi mentre la cavalleria raggiunse il Ponente Ligure via terra.
La battaglia si svolse ai confini del territorio Ingauno (Albenga) e Intemelio (Ventimiglia). Nilo Calvini e N. Lamboglia (storici locali)
sostengono che il confine era la Valle Armea o la Valle Argentina. È molto probabile quindi che la battaglia sia iniziata in Valle
Armea e contemporaneamente sopra la piana di Arma (i Romani amavano gli spazi aperti in battaglia, non le gole, perché avevano modo
di coordinare meglio gli attacchi della fanteria e soprattutto quelli della cavalleria: la strategia è nota, e a quel tempo c'era più vegetazione di oggi)
e si sia conclusa a Campo Marzio dopo che i Liguri, incalzati dai Romani, si rifugiarono lassù in un estremo tentativo di resistenza
(certezze non ce ne sono, perché T. Livio non riporta certo i nomi delle località, conosciute solo ai Liguri; per i romani i riferimenti
erano basati sui fiumi, sui laghi, sulle montagne).
C'è da dire anche che a quel tempo molta parte della piana era acquitrinosa, c'erano molte paludi, e quindi il terreno non era adatto a una
battaglia in stile romano.
Pare che sul Monte Faudo i Liguri abbiano trascorso la notte precedente la battaglia. Pare...
La vittoria dei Romani sulla popolazione locale segnò la sottomissione della Riviera di Ponente e delle valli circostanti.
[Campo Marzio in una foto di fine Ottocento]
Note: