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STORIA DEI LIGURI


  Note
 

Liguri e Celti

A partire dalla fine del Neolitico Link esterno e per tutta la durata dell'età del bronzo Link esterno, la zona delle Alpi Occidentali fu abitata da una popolazione a cui gli storici greci e latini daranno, in seguito, il nome di "Liguri".
L'origine dei Liguri non è molto chiara; alcuni studiosi li considerano un popolo di origine indoeuropea come i Celti Link esterno, altri invece un popolo mediterraneo pre-indoeuropeo, proveniente dalla penisola iberica e diffusosi in epoca preistorica Mostra/Nascondi in Linguadoca Link esterno e nell'Italia Nord-occidentale.
Successivamente durante il Neolitico, a seguito di ondate migratorie, i Liguri vennero a contatto con altri popoli, che si fusero con l'etnia ligure preesistente, o almeno ebbero su di essa una profonda influenza culturale. È comunque certo che formarono il ceppo originario delle genti che abitavano la fascia costiera compresa fra i Pirenei e l'Appennino.
Essi prediligevano come luoghi di insediamento le località con una buona esposizione, vicine ai corsi d'acqua e facilmente difendibili. I Liguri vissero, quasi indisturbati, nelle loro sedi fin verso la fine del secondo millennio a.C.
Nel 1200 a.C. l'Europa fu attraversata da ondate di flussi migratori di popoli tra cui i Villanoviani (1) che occuparono la Pianura Padana spingendo i Liguri verso il territorio delle Alpi Cozie che vennero così abitate in modo più permanente e capillare. Dotati di grande capacità di adattamento, i Liguri vivevano di pastorizia e agricoltura. Dopo questa migrazione i Liguri vissero nuovamente un periodo di tranquillità fin verso il 500 a.C. quando subirono nuovamente l'invasione dei Celti. Questa popolazione iniziò una migrazione dalla Germania fino alla Spagna, Inghilterra, Irlanda, verso occidente; fino alla Grecia e alla Turchia ad oriente e a sud nell'Italia centro-settentrionale.
I Celti essendo meglio organizzati militarmente occuparono le zone fertili di pianura e fondarono varie città. I Villanoviani e i Liguri furono nuovamente respinti verso le aree montane. Ben presto avvenne una fusione tra queste popolazioni che formò la base celto-ligure degli abitanti delle montagne.
La civiltà dei Celti fu grande e complessa: al loro gruppo appartenevano numerosi popoli linguisticamente e culturalmente simili.
I Romani furono spesso impressionati dalla forza dei celti e dalla prestanza fisica, sia gli uomini che le donne erano infatti di corporatura robusta, con imponenti capigliature che imbevute di gesso davano loro un aspetto che incuteva terrore.
I Liguri (celto-liguri) vestivano semplicemente, con pantaloni tipo "brache" (indumento maschile simile ai calzoni, ma più corto e meno ampio, di origine gallica Link esterno), un mantello di lana dai vivaci colori allacciato con una spilla e calzari in pelle.
Le loro abitazioni erano capanne rotonde con tetto in paglia che nelle zone di montagna vennero sostituite da case in pietra con copertura in ardesia, del tutto simili a quelle che ancora oggi si possono vedere nelle borgate di molte valli.
Sia i Liguri che le popolazioni celtiche hanno lasciato una grande impronta nei caratteri fisici e nelle tradizioni degli attuali abitanti delle Alpi Occidentali, anche dopo la conquista romana.

Antiche abitazioni

[Ricostruzione di antiche abitazioni liguri]


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I Castellari e il territorio della Liguria

Gli antichi Liguri, per proteggere il territorio e sé stessi, costruirono sulle cime delle colline e dei monti, in posizioni strategiche, i "Castellari" (2).
Gli storici e geografi Greci antichi, parlando dei Liguri, affermavano che non sapevano stabilire né ricordare la loro origine e la loro provenienza. A queste affermazioni è necessario dare oggi una risposta, confermando che certamente essi non erano in grado né stabilire né di ricordare la loro origine e provenienza, questo perché essendo essi i discendenti degli antichi abitanti dell'Europa, come gli Homo Erectus Link esterno, i Neanderthal Link esterno, gli Homo Sapiens Link esterno e infine i Cro-Magnon Link esterno, avevano un'origine così antica che non era possibile avere questi ricordi e conoscenze, cioè la loro origine era esattamente quella del luogo dove abitavano da almeno 100.000 anni senza discontinuità, avevano sempre vissuto in quei territori e in quei luoghi, e certamente si può dire che i Liguri (con i Celti) sono i più antichi abitanti d'Europa.
Inoltre, i Liguri, non conoscendo la scrittura, non hanno lasciato testimonianze dirette sui propri miti.

Resti del castelliere di M. Bignone

[Resti del castelliere di M. Bignone (IM) - VI secolo a.C. - Clicca per ingrandire]


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Le fonti storiche

I primi a parlare dei Liguri furono i Fenici Link esterno che navigavano nel Mediterraneo occidentale (a Ecateo di Mileto (3) era nota Monaco [l'attuale Principato di Monaco], la base Fenicea più a nord), diedero ai Greci notizie sull'esistenza di un "unico" popolo che abitava il territorio occidentale dell'Europa; i Greci furono i primi a lasciare testimonianze scritte sul popolo dei Liguri.
Esiodo (4) per primo fa menzione dei Liguri, li considera la "Principale Nazione dell'Occidente", narra del mito di Cycnus, Re Ligure trasformatosi in cigno, fa riferimento al fiume Po, parla di pioppi che trasudano ambra; ciò dimostrerebbe che già prima di quella data i Liguri erano presenti nella pianura Padana, e probabilmente anche alla possibilità che commerciassero l'ambra con il nord Europa.
Sempre Esiodo descrive i tre grandi popoli barbari che controllavano il mondo allora conosciuto, gli Sciti a oriente, gli Aetiopi nell'Africa, e i Liguri a occidente.
L'autore greco Eschilo (5) conferma la presenza dei Liguri nel sud della Francia e in epoca antecedente alla fondazione della città di Marsiglia (600 a.C.), colloca i Liguri nella regione dell'attuale Provenza (nel XIV sec. a.C.). Ecateo conferma la presenza dei Liguri a occidente, dal sud della Spagna sino alla Toscana, al confine con gli Etruschi.

Territorio degli antichi Liguri Territorio degli antichi Liguri

[Territorio degli antichi Liguri]


Erodoto, storico greco antico (484 a.C. - 425 a.C.), colloca i Liguri nella costa orientale dell'Iberia; scrive che i Liguri vivevano ad occidente tra Iberi, Celti e Tirreni.
Anche in questo caso è confermata la presenza dei Liguri dal sud della Spagna sino alla Toscana.
Diodoro (ca. 90 a.C. - ca. 27 a.C.), storico greco antico siceliota (siceliota = greco di Sicilia), descrive così il territorio e gli abitanti della Liguria: "Terra aspra, sterile, boscosa e montuosa, spesso le cime dei monti sono coperti dalla neve, i raccolti sono scarsi, compensati dalla cacciagione, queste genti mantengono una vita semplice e primitiva, non apprezzano il lusso e le comodità, vivono spesso nelle caverne di questi monti, a volte in capanne o piccoli edifici in pietra, la maggior parte dei Liguri montani dormiva all'aria aperta su umili giacigli posti sulla nuda terra, le donne forti e robuste condividono con gli uomini ogni genere di fatica. Gli uomini liguri sono forti e arditi, abili guerrieri capaci di battere in combattimento il più forte e corpulento dei Galli, sono abili navigatori e a bordo di piccole imbarcazioni sono in grado di raggiungere la Libia".
Strabone (ca. 58 a.C. - 21/25 d.C.), geografo greco antico, parlando delle merci trasportate dai Liguri dall'entroterra, afferma che sono legnami per costruzioni d'imbarcazioni, bestiame, pelli, miele, tessuti chiamati "ligustini"; scrive che i Liguri vivevano in villaggi e la loro alimentazione consisteva in carne, latte, pesca, cacciagione, frutta,la loro bevanda principale era un succo ottenuto dall'orzo (birra). Descrive un racconto del marsigliese Carmolao: "Per coltivare la terra avevo preso a giornata sia uomini che donne, durante il lavoro, una donna ligure colta dai dolori del parto si allontanò e in disparte partorì, dopo aver lavato il neonato ad una fonte e avvoltolo in una pezza, portatolo al riparo, tornò subito dopo al lavoro per non perdere il compenso. Rimasi molto colpito da quel contegno e invitai la donna ad andare a casa per accudire il neonato".

I Liguri sono stati l'unico popolo che ha abitato l'Europa in un determinato periodo storico.
Dopo l'arrivo dell'Homo Sapiens in Europa, si sono formati i seguenti "popoli": gli Iberi che sono i diretti discendenti di quest'uomo, gli Ibero-Liguri, i Franco-Liguri, gli Italo-Liguri, questi ultimi tre "popoli" sono in definitiva della stessa etnia e cioè appartenenti ai Cro-Magnon residenti in territori diversi, ma erano tutti Liguri perché i Greci che diedero loro questo nome, li identificarono come un'unico popolo che abitava l'Iberia, la Gallia e l'Italia.
I Liguri sono i discendenti dell'Homo Sapiens che 100.000 anni fa iniziò a migrare dall'Africa verso l'Europa, modificando le proprie caratteristiche originarie nell'adattamento al nuovo ambiente. In seguito a immigrazioni di altri popoli, la gran parte di loro ha subìto importanti integrazioni; solo una parte numericamente ridotta ha conservato la propria identità e integrità quasi sino ai giorni nostri, sono quei liguri che ancora oggi abitano il territorio della regione chiamata Liguria, e sono i veri, gli unici e i più antichi abitanti dell'Europa Occidentale.
Quando i Greci vennero in contatto con i Liguri, che abitavano l'odierna Liguria, scoprirono un popolo che nei millenni non si era molto differenziato sia nell'aspetto che nei modi di vivere rispetto ai loro antenati; il territorio, il clima, la mancanza di competizione con altri popoli lo avevano indotto ad una lenta evoluzione culturale e all'inalterato mantenimento delle proprie tradizioni.
I Greci avevano scoperto un grande, antico, fiero, e libero popolo.

Ferraironi scrive:
"Nel 1956 si scoprirono su un crinale di monte Pellegrino (m. 1522, una dorsale del Saccarello, tra Triora e il Passo della Guardia) incisioni su lastre di pietra dell'età del ferro (3.000 a. C.): figure stilizzate antropomorfe, come sono a migliaia sui lastroni di monte Bego (Bego-Belem, dio delle popolazioni allobro-celtiche; come monte Marta, dal dio Marte), presso Tenda.
Le misteriose incisioni di quell'era geologica (Oleocene) ci parlano dell'uomo nell' « età dei Metalli », che ci dà sugli alti costoni i primi segni di un'età preistorica. È la stessa stirpe dell'uomo gigantesco che lascia segni della sua durissima vita difficile nelle otto grotte dei Balzi Bossi."
« Con la stirpe dolicocefala di Cro-Magnon una popolazione assai densa occupa le coste del Mediterraneo: una popolazione dall'ingegno possente, dalla mano industriosa, le cui grandi possibilità rendono sicura l'esistenza e il trionfo della razza umana contro una natura che forse più d'una volta fu in procinto d'annientarla... » (6).
Liguri erano detti, dai navigatori greci, i popoli delle sponde del Mediterraneo occidentale ma pare « che il nome fosse usato come noi usiamo quello degli indiani: comprende famiglie disparate. Oggi si identificano i Liguri con gli Ambroni, stirpe indoeuropea, venuta dal Baltico alla Gallia meridionale, alla Spagna, all'Italia cisalpina » (7).
Di sicuro si sa che almeno 1000 anni a.C. i Liguri abitavano in queste regioni, da nomadi si erano fatti sedentari, e s'erano messi a lavorare la terra.
Pare che siano stati i nostri liguri a costruire per primi muri a secco e villaggi di pietra sulle alture.
Con loro fiorì la pastorizia, che costituì sui monti la risorsa principale. Sulle pendici del Saccarello e dei monti alti avevano i pascoli estivi; d'inverno conducevano il gregge in luoghi più miti, scendendo dalle vallate del Nervia e dell'Argentina al mare.
Ma, mentre ai popoli rivieraschi il contatto attraverso le vie del mare con popoli diversi rendeva i costumi più civili, alla gente montanara restò il carattere rustico di chi vive isolato. Di chi deve combattere con le asperità del luogo e delle stagioni.
È vero che la storia si perde nel mito. Ma è ormai accertato che le origini si addentellano a quelle delle popolazioni celtiche, tra i misteri della civiltà nascente. « Gli abitanti delle vallate alpine del Roja, dell'Argentina e dell'Arroscia, anteriori certo alla stessa Roma e agli Etruschi, appaiono ancora avvolti nel mistero delle prime associazioni preistoriche » (8).
Il trofeo di Augusto a La Turbie sopra Monaco nomina i « Triullati » fra i Liguri montani: « ...i Brigiani che avevano capitale Briga Marittima, i Viberi che abitavano la valle del torrente Bevera e la capitale Sospello, i Nervi della val Nervia dove fiorivano i paesi di Buggio, Pigna, Dolceacqua, Castello... i Triullati, che abitavano alle sorgenti dell'Argentina e avevano per loro città capitale Triora » (9), che si chiamerà Triola fino al Medioevo.
Non è accertato dove vivessero i « montani », ma tra Albenga e Ventimiglia sono le nostre vallate e i nostri monti: gente di pelle dura.
Diodoro siculo li dice « bello indomiti » e « agile corpore ».
Intorno a quest'epoca i Galli alpini, i vari Liguri, sono più o meno sottomessi, con quel rigore estremo che la storia ci tramanda.
Distruzione radicale di culture e paesi, decimazioni d'abitanti, deportazioni in massa: sono i mezzi impiegati per avere ragione di una resistenza che ha del leggendario.
Nel 79 a.C. Cesare concede ai Liguri Cisalpini la cittadinanza romana.....

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Insediamenti temporanei: le caselle

L'esigenza di avere un ricovero per sé e per gli animali vicino a campi e pascoli, a volte dislocati a notevole distanza, ha spinto il contadino ligure a creare insediamenti abitati solo durante una parte dell'anno, che chiameremo, per questa loro particolarità, temporanei.
In questi insediamenti lo spazio riservato all'uomo è estremamente ridotto, quasi sempre limitato ad un piccolo locale normalmente ben individuato dall'esterno, in cui è appena possibile accendere un fuoco.
In alcune zone dell'entroterra riveste notevole interesse la presenza di un tipo esclusivo di costruzione, presente e usata da tempi remotissimi per il ricovero stagionale ed occasionale.
Si può ipotizzare che tale struttura derivi probabilmente da quella delle abitazioni degli antichi Liguri. Si tratta di locali di dimensioni molto ridotte, costruiti in pietra completamente a secco ed adibiti a momentaneo riparo per il contadino impegnato nei lavori di coltivazione delle lunghe e strette fasce. L'unico ambiente è a pianta prevalentemente circolare (esistono, ma sono più rare, caselle a pianta quadrata) con diametri esterni di tre-quattro metri ed interni di due metri alla base, con muri, quindi, dello spessore di oltre mezzo metro, e con altezza al centro di poco superiore al metro e mezzo. Si accede al locale attraverso una minuscola apertura estremamente bassa la cui parte superiore è chiusa da uno pseudoarco o da un architrave sovrapposto. Nell'interno, lungo tutto il perimetro, un risalto sempre in pietra a secco di una trentina di centimetri, serve da sedile. Le coperture cupoliformi indicano l'uso di una tecnica costruttiva arcaica, specialmente per l'innalzamento della volta che deriva dal disporre, seguendo una spirale, le pietre, talvolta rozzamente squadrate, sempre più spostate verso l'interno sopra le precedenti, in modo da formare una cupola per mezzo di una lastra di pietra terminale. Si tratta di ripari in pietra, in gran parte oggi abbandonati e semidistrutti, per pastori transumanti o di capanne in muratura per riparo dei contadini e per gli attrezzi nella zona costiera della provincia di Imperia. Non lontano da Portomaurizio, sui primi rilievi montani, si incontrano anche caselle di maggiori proporzioni che ricordano vagamente l'aspetto di un nuraghe.
Forme ancora più semplici di ricoveri temporanei analoghe alle caselle si riscontrano generalmente nell'entroterra, in alcune fasce coltivate ed in prossimità dei centri maggiori delle valli. Si presentano come piccolissimi locali ricavati nei muri a secco a sostegno delle numerose fasce e rappresentano un funzionale completamento di una ciclopica opera di spietramento e terrazzamento; alcune di esse, data la loro ridotta dimensione, possono ospitare a malapena un uomo seduto.

Caselle sul M. Fenaira

[Caselle sul M. Fenaira (IM) - Clicca per ingrandire]


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Insediamenti temporanei: i casoni

Nei pascoli più alti, in montagna, per ospitare il gregge di notte servivano solide costruzioni di pietra, i "casùn", costituiti da un semplice e basso vano sotto le "ciappe" degli spioventi. Solo alcuni di questi casoni hanno un ulteriore piano, a cui si accede tramite una scala in pietra costruita all'esterno, al fianco del casone. Sul piano rialzato soggiornavano il pastore e i suoi aiutanti. Solo alcuni casoni hanno un focolare su cui i pastori cucinavano o dove eventualmente si poteva fare il formaggio. I casoni erano per lo più raggruppati, per agevolare la sorveglianza delle greggi durante la notte: bastavano così due o tre persone con i cani per alcune centinaia di bestie.

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Insediamenti di Età Romana

I Romani furono apparentemente poco interessati all'entroterra ligure, troppo montagnoso e, quindi, poco adatto all'introduzione dei loro sistemi agricoli.
Le stesse tribù liguri che per circa un millennio erano state le dominatrici e fruitrici di quelle impervie regioni, dopo l'occupazione romana, abbandonarono in gran parte queste zone, privilegiando i nuovi spazi della vita urbana, costiera e padana, o adottando i nuovi metodi agricoli portati dai conquistatori.

Nelle colline attorno a Luni, per esempio, si trovano resti di fattorie costruite con muri a secco rimaste in uso fino al I secolo dopo Cristo, quando la concorrenza del vino e dell'olio importati dalle nuove province dell'Impero mise in crisi queste aziende. Tali costruzioni rurali, obbiettivamente più povere rispetto alle ville ed alle case urbane dei Romani, costituivano invece un notevole miglioramento della qualità della vita per i Liguri.
I dati archeologici sono sempre più chiari: la maggior parte degli insediamenti agro-silvo-pastorali antichi è stata abbandonata in età romana. Non si conoscono le correnti migratorie, ma è molto probabile che le città, ma anche i centri minori lungo la rete stradale costruita dai Romani, abbiano favorito attività economiche prima inesistenti e abbiamo attirato i montanari con la speranza di una vita meno faticosa e meglio adatta ad un sistema sociale più articolato.

Se guardiamo ai modi di abitare impiegati in Italia in età romana, dobbiamo riconoscere che nell'Appennino ligure sono stati comunque adottati quelli tecnologicamente più semplici, anche rispetto alle Alpi, forse a causa del clima più mite.
Gli scavi di numerosi siti rurali indicano che la suppellettile domestica delle grandi fabbriche romane raggiungeva anche questi abitati sparsi nei monti, tramite gli scambi mercantili, ma qualche tipo di produzione locale di ceramica da cucina è continuata, cercando di imitare i prodotti "industriali", pur conservando anche qualche forma e decorazione tradizionale.

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Le antiche città

Le antiche città liguri sono tantissime, ma non esiste un solo nome conosciuto di queste città (venivano indicate con il nome della tribù, per esempio Torino si chiamava "Taurini", dal nome della tribù che lì vi abitava). Solo in seguito alla dominazione romana le città vennero indicate con dei nomi, come per esempio "Julia Augusta Taurinorum", l'attuale Torino.

Queste "città" erano costituite da castellari sulla cima dei colli e da agglomerati di case costruite con legno sullo stile dei palafitticoli. I pochi villaggi trovati risalgono a tempi preromani con datazioni che raggiungono l'epoca neolitica.

La costruzione di "città" con il legno ha lasciato meno reperti (quasi nulla, rimangono solo i buchi dei pali sul terreno e i cocci del vasellame) rispetto alle città costruite con le pietre.

Le città liguri erano dunque tutte senza nome ma l'esistenza dei villaggi è attestata. I nomi moderni compaiono tutti dopo l'epoca romana ma non hanno una nascita medievale, nel senso che sono gli stessi che esistevano fin dall'epoca preromana (i Romani si limitarono a costruire alcune colonie sulle tre vie consolari che traversavano il territorio).


Note:

  1. Villanoviano è il nome convenzionale e moderno di un "aspetto culturale" protostorico, definito sulla base delle caratteristiche dei resti materiali. Il nome deriva dalla località di Villanova, frazione del comune di Castenaso in provincia di Bologna dove, fra il 1853 ed il 1855, Giovanni Gozzadini (1810-1887) ritrovò i resti di una necropoli, portando alla luce 193 tombe (di cui 179 ad incinerazione e 14 ad inumazione).
  2. Si chiama castellaro (o castelliere) un antico recinto fortificato in tronchi o pietra a secco, comprendente delle abitazioni, solitamente costruito a scopi difensivi e religiosi sulla cima di un colle.
    È un elemento architettonico risalente principalmente all'Età del ferro, tipico degli antichi Liguri montani, che vi si rifugiavano in occasione di guerre o invasioni per difendere se stessi e le loro greggi. Solitamente i castellari avevano forma ellittica o circolare e sfruttavano le naturali asperità del terreno per renderne difficile l'assedio e la conquista. Solo i più complessi avevano forma poligonale.
  3. Ecateo di Mileto (550 a.C. - 476 a.C.), geografo e storico greco antico.
  4. Esiodo (VIII secolo a.C. - VII secolo a.C.) è stato un poeta greco antico, le cui opere sono fatte risalire al periodo tra la fine dell'VIII secolo e l'inizio del VII secolo a.C.
  5. Eschilo (525 a.C. - 456 a.C.) è stato un drammaturgo greco antico.
  6. Filippo Rostand, Storia della Contea di Ventimiglia, Istit. Internaz. di Studi Liguri, Bordighera, 1971, pag. 5 e pag. 7.
  7. Vedi nota 6.
  8. Giorgio Beltrutti, Briga e Tenda, Cappelli, Bologna, 1954, pag. 3.
  9. Nicolò Peitavino, Intemelio, Ricci, Savona, 1923, pag. 88.



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