Location: Index >>  Storia di Arma >>  Documenti >>  Cosa è rimasto?
,
COSA È RIMASTO DI ARMA?



Viale delle Palme Beckman

Realizzato a metà Ottocento dal sig. Beckman, californiano sposato con una giovane locale, il viale delle Palme conduceva alla villa, collocata al centro di una storica proprietà agricola. L'area (compresa fra via C. Colombo, via Nino Pesce, via Stazione) circondata da mura di recinzione, con accesso da grandi cancelli, posti in direzione nord-sud, est-ovest, era dotata di cisterna e piccolo campanile. Il terreno, in origine paludoso, come la maggior parte della bassa piana del torrente Argentina, fu bonificato dai Benedettini.
Henry, il discendente della famiglia Beckman, lasciò il viale alla comunità armese.

     Torna in cima Torna in cima     

Villa Piacenza Boselli

Elegante dimora ligure dell'Ottocento, circondata da un piccolo parco che conserva ancora qualche esemplare di piante esotiche, donate da Sir Thomas Hanbury alla famiglia Boselli.
La villa era stata portata in dote dalla giovanissima N.d. Amelia Piacenza Curlo, in occasione delle sue nozze con Silvio Boselli, insigne avvocato, di animo gentile e arguto, appassionato cultore di storia.
Silvio era il figlio del senatore Paolo Boselli, valente giurista, ministro della Pubblica Istruzione, dell'Agricoltura e delle Finanze, docente in Scienza delle Finanze all'Università di Roma e di Genova, Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1916-17, Presidente dell'Istituto Storico Italiano.
Nella "dependance", attuale sede de "La Cumpagnia armasca", abitavano i custodi e il giardiniere. Al piano terra vi era la rimessa delle carrozze.
I coniugi Boselli furono promotori di tutte le iniziative importanti del paese, tra cui la costruzione della nuova chiesa e del monumento ai caduti. Predilessero l'ambiente raccolto di Arma per condurre una vita tranquilla. Ormai avanti negli anni, scelsero di lasciare la loro proprietà a uso pubblico.

     Torna in cima Torna in cima     

Via San Giuseppe

Dopo l'edificazione della piccola chiesa di San Giuseppe (1817) il tratto della "Strada della Cornice" antistante prese il nome di via San Giuseppe.
Fino al 1940, via San Giuseppe era un segmento della via Aurelia, che allora attraversava Arma vecchia, come documenta la targa del Regio Automobil Club, affissa all'inizio della via.
Nell'Ottocento era chiamata "Strada della Cornice", perché incorniciava il golfo ligure. Nei secoli precedenti aveva continuato a essere indicata come "Strada Romana", perché in molti punti ripercorreva, quasi fedelmente, il tracciato della via romana "Julia Augusta", che, dopo essere entrata nel "vicus" (cioè il villaggio di Arma) raggiunto il mare, si dirigeva al "castellum", sul promontorio dei Castelletti, lo aggirava a sud, e proseguiva verso "punta Marina".
Nel Medioevo questo segmento della via consolare, in seguito alle frane e all'occupazione dei Saraceni, insediatisi nella Grotta dell'Alma, fu abbandonato e ridotto a poco più di un sentiero. Per raggiungere la strada sul versante di Bussana, si doveva risalire verso nord la sommità del promontorio e aggirare la fortezza.
Nel XVII sec. venne costruita una "bretella", che passando ai piedi del promontorio (a nord-est della fortezza) scendeva sulla piazzola pensile, creata davanti alla chiesa-grotta e arrivava a "Punta Pernicies", (altro contrafforte più basso dei Castelletti che si spinge nel mare). Lì si univa a quella parte della "Strada Romana" rimasta intatta.
In seguito all'ammodernamento della rete stradale voluto da Napoleone, fra il 1811 e il 1830, il promontorio venne tagliato a nord della fortezza e via San Giuseppe si collegò direttamente con la via al mare di Bussana.

     Torna in cima Torna in cima     

Fortezza dell'Arma

Edificata, per decreto del governo di Genova, dalle popolazioni di Arma, Taggia e Bussana a difesa delle incursioni dei pirati barbareschi, venne inaugurata il 25 aprile 1565.
Sorge sulle rovine di un castello romano "Castellum II" con torre di guardia "Punta Pernicies", posta più in basso, in posizione strategica di controllo sull'approdo sottostante e sulla via Julia Augusta, la via consolare alle Gallie, che aggirava il promontorio transitando in un passaggio scavato nella roccia, poco sopra alla volta della grotta e poi discendeva davanti alla torre "Pernicies".
Nel XVI sec. durante gli scavi di fondazione della fortezza venne alla luce una lapide marmorea di età imperiale con iscrizione latina, ancora oggetto di studio. Il toponimo "Alma", da cui deriva il nome di Arma, significa "luogo protetto, riparato, grotta".
La fortificazione romana, poiché sovrastava la grotta dell'Alma, fu indicata nelle prime cartografie liguri come "Fortezza dell'Alma" o "Fortezza dell'Arma", nome che conservò nel tempo, sebbene la fortezza cinquecentesca venisse dedicata alla Madonna dell'Annunziata.
La fortezza, munita di artiglieria, faceva parte della linea difensiva costiera che costituiva un sistema di avvistamento contro gli sbarchi dei pirati.
Nel 1780 Genova vi manteneva una guarnigione per impedire il contrabbando del sale, infatti proprio dal contrafforte partiva la "Strada dei Contrabbandieri".

     Torna in cima Torna in cima     

Vecchia Stazione Ferroviaria

La costruzione della strada ferrata iniziò nel 1867 e fu inaugurata nel 1872.
Con l'avvento della ferrovia in tutto l'arco della Riviera, i trasporti veloci su rotaia misero in crisi i traffici marittimi. I treni presero il posto dei gloriosi e vecchi velieri. Nello scalo armese il flusso di passeggeri e di merci in continua crescita, in pochi decenni determinò lo sviluppo di tutti i settori su cui si basava l'economia locale: agricoltura, commercio, turismo.
Sorsero nuovi alberghi, villette residenziali e alcuni stabilimenti balneari.
Nel 1906 sul piazzale della stazione ferroviaria di Arma si svolgeva uno dei primi mercati floricoli della Riviera, antecedente di otto anni quello di Sanremo! Dalla piana dell'Argentina, infatti, proveniva la maggior parte della produzione di fiori e di fronde.
Nel secondo dopoguerra le vaste aree edificabili di Arma, la carenza di alloggi, insufficienti ad accogliere il flusso dei turisti e dell'immigrazione interna, richiamarono l'attenzione di imprenditori edili locali, lombardi e piemontesi.
L'urbanizzazione che ne seguì segnò un radicale cambiamento del paesaggio.
Il 24 settembre 2001, in seguito allo spostamento della ferrovia a monte, davanti alla stazione prossima ad essere abbandonata, transitò l'ultimo treno.

     Torna in cima Torna in cima     

Chiesa di San Giuseppe

Nel clima generale di crescita economica e demografica e dei grandi cambiamenti seguiti alla Restaurazione, la comunità di Arma, che da tempi remoti frequentava la chiesa-grotta dell'Annunziata (certamente già parrocchia nel 1153, come si evince da un atto di pagamento delle decime, conservato nell'Archivio Vescovile di Albenga) sentì la necessità di costruire una chiesa nuova.
Le condizioni di vita erano migliorate: si commerciavano prodotti agricoli locali pregiati, come olio e agrumi. I traffici marittimi in espansione incrementavano le attività del vecchio cantiere navale, dove si costruivano e si riparavano i brigantini e le golette della marineria armasca.
Il 28 settembre 1817, gli abitanti di Arma decisero la costruzione di questo sacro edificio. La chiesa, ad aula unica, con elementi tardo barocchi e facciata neoclassica, fu dedicata a San Giuseppe, in essa si venerava con particolare devozione anche il culto di San Erasmo, vescovo di Antiochia, morto a Formia nel 303, protettore della gente di mare.
Vi si celebrarono le funzioni religiose fino ai primi anni del Novecento, quando venne inaugurata l'attuale parrocchia di San Antonio e San Giuseppe.
Nel 1987 l'edificio venne restaurato per merito dell'Associazione culturale "Cumpagnia Armasca".

     Torna in cima Torna in cima     

Grotta dell'Arma

Rifugio naturale per i cacciatori paleolitici, la grotta preistorica, da cui deriva il nome del nostro paese, è stata definita dall'Illustre Paleontologo Prof. Henry De Lumley: "la grotta con il maggiore interesse archeologico d'Europa" per il ricco giacimento di fossili, tra cui reperti ossei umani, risalenti all'epoca dell'uomo di Neanderthal.
Formata all'interno di un conglomerato di Pliocene, si estende per una superficie di circa 400 mq. e una lunghezza di 60 m. I numerosi resti di animali, utensili e migliaia di reperti dell'industria litica, scoperti in questo sito, sono conservati nel Museo Borea di Sanremo.
La parte più ampia della grotta si affaccia sul mare ed è sede di un antichissimo Santuario rupestre, che dopo l'occupazione dei Saraceni e la loro cacciata (X sec.) fu dedicato alla Madonna, con il nome di Chiesa di Nostra Signora dell'Arma. Certamente fu la prima chiesa della nostra comunità, infatti nel 1153 dal vescovo di Albenga venne eletta a Parrocchia di Arma e sottomessa al pagamento delle decime all'autorità religiosa. La grotta fu anche sede del Parlamento di Arma, dopo che il Conte di Ventimiglia concesse la "Carta delle Libertà", di fatto riconoscendo Arma libero Comune. Nel 1250 la Carta delle libertà veniva trascritta nel "liber jurium" della Repubblica Marinara di Genova. L'accesso originario e principale della grotta era agevole, si apriva con una grande volta sul pianoro orientale del promontorio dei Castelletti, (dove ora vi sono le coperture degli scavi archeologici). In tempi remoti una rovinosa frana lo ostruì, lasciando solo l'altra apertura, quella a mezzogiorno e a strapiombo sul mare.
Nel XVII sec. elevando un muraglione dalla sottostante scogliera, si costruì un piazzale pensile, si aprirono le due finestre e la porta principale. Fino a quell'epoca si accedeva al Santuario soltanto da sud-ovest, o mediante una difficoltosa scalata dal mare (che frangeva sotto il promontorio), oppure per mezzo di una scaletta che proveniva dalla soprastante strada romana e consentiva l'entrata alla grotta dalla porta laterale.


Testi: Prof. Laura Garberoglio, Storica e Scrittrice, Arma.



Torna in cima HTML5 Valid CSS!
Torna in cima

Web Counter